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Cheyletiellosi

13 Giugno 2017

Eziologia

La cheyletiellosi é una malattia parassitaria contagiosa sostenuta da acari del genere Cheyletiella. Gli acari vivono sulla superficie cutanea e non sopravvivono a lungo lontano dall’ospite (poco più di 10 giorni per le femmine adulte). Il ciclo vitale dura circa 21 giorni. Si tratta di acari di grosse dimensioni, visibili ad occhio nudo o con una lente d’ingrandimento (“forfora che cammina”). Gli acari del genere Cheyletiella non sono molto specie-specifici e possono infestare il cane (Cheyletiella yasguri), il gatto (Cheyletiella blakei), il coniglio (Cheyletiella parasitivorax) e, temporaneamente, l’uomo.

Segni clinici nell’uomo

Lo stretto contatto con l’animale parassitato può provocare nell’uomo una fastidiosa forma di dermatite. L’infestazione si presenta con diversa intensità. All’inizio compaiono macule eritematose su cui si sviluppa una papula centrale che evolve in vescicola quindi in pustola. La pustola si rompe esitando in una lesione crostosa e pruriginosa. Se l’animale infestato viene trattato in modo appropriato, le lesioni scompaiono spontaneamente in tre settimane circa.

Segni clinici negli animali

I segni clinici negli animali da compagnia sono variabili: si osserva inizialmente abbondante esfoliazione soprattutto sul dorso, associata a prurito moderato. In seguito, il prurito diviene più intenso e le lesioni più diffuse e possono comparire aree di alopecia. Alcuni soggetti possono manifestare prurito molto intenso, legato ad una vera e propria reazione allergica nei confronti del parassita. Nel gatto, la cheyletiellosi può manifestarsi come dermatite miliare o come alopecia auto-indotta.

Iter diagnostico

La diagnosi differenziale della cheyletiellosi si pone con la seborrea primaria, con le altre malattie parassitarie e con le malattie allergiche. La diagnosi si basa sull’identificazione diretta del parassita, che può essere ottenuta tramite l’esame diretto del mantello con una lente di ingrandimento, per spazzolamento del mantello ed esame al microscopio del materiale raccolto su un foglio di carta, con raschiati cutanei multipli superficiali o con lo scotch test.

Trattamento

Gli acari del genere Cheyletiella sono sensibili a tutti i principali antiparassitari (piretroidi di sintesi, fipronil, amitraz, organofosforati). La frequenza di applicazione varia in base al principio attivo. Si consiglia di protrarre la terapia per almeno 6 settimane, e di trattare tutti gli animali in contatto. L’ivermectina per via sottocutanea é estremamente efficace ma il farmaco non è registrato per l’uso nel cane e nel gatto ai dosaggi suggeriti per il trattamento della cheyletiellosi. Il trattamento ambientale può essere effettuato utilizzando i prodotti esistenti in commercio per il controllo delle pulci.

Prognosi

La prognosi è favorevole, anche se sono possibili le reinfestazioni.

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