Tumore al colon, aumentano i casi tra i giovani: l’importanza della diagnosi precoce

Negli ultimi due decenni, il tumore al colon ha registrato un aumento preoccupante soprattutto tra i pazienti più giovani, con incidenze in crescita anche tra gli under-50 e persino tra adolescenti e ventenni. Questo fenomeno, confermato da numerosi studi epidemiologici europei e italiani, impone una riflessione profonda su prevenzione, diagnosi precoce e soprattutto sugli stili di vita.

L’aumento dei casi di tumore al colon nei giovani: numeri e cause

Ogni anno in Italia si contano circa 50.000 nuovi casi di tumore al colon-retto, di cui almeno il 10% riguarda persone al di sotto dei 50 anni. Negli ultimi 20 anni, a livello europeo, l’incidenza è aumentata del 500% tra gli adolescenti e del 300% nelle fasce d’età 20-30 anni. Nonostante non si disponga ancora di dati assoluti precisi, in Italia si stimano intorno al migliaio i casi giovanili annui.

Roberto Persiani, responsabile della Unità di Chirurgia Oncologica mini-Invasiva del Policlinico Gemelli di Roma e presidente di EuropaColon Italia, evidenzia come i giovani tendano a sottovalutare i sintomi e i segnali d’allarme, spesso ignorando la possibilità di una malattia grave a causa della sensazione di invincibilità tipica di questa età.

Le cause principali di questo aumento sono da ricercarsi in fattori ambientali e comportamentali, in particolare negli stili di vita scorretti: una dieta sbilanciata ad alto contenuto di zuccheri e carni rosse, la sedentarietà, il sovrappeso e l’obesità, e il consumo di alcolici, soprattutto superalcolici. Quest’ultimo fattore è stato collegato a un incremento di incidenza e mortalità in varie aree europee, mentre campagne di riduzione del consumo di alcol hanno mostrato un effetto positivo sulla diminuzione dei casi.

In aggiunta, la familiarità gioca un ruolo significativo: circa il 30% dei giovani con tumore al colon ha una storia familiare positiva per questa neoplasia o presenta mutazioni genetiche predisponenti. Per questo, è fortemente raccomandato eseguire test genetici nei pazienti under-50 diagnosticati, per una gestione terapeutica ottimale e per la sorveglianza dei familiari.

Campanelli d’allarme e importanza della diagnosi precoce

Secondo gli esperti, è fondamentale non sottovalutare sintomi che possono sembrare banali ma sono segnali d’allarme precoci: anemia inspiegabile, perdita di peso involontaria, dolori addominali ricorrenti e soprattutto perdite di sangue durante l’evacuazione. Questi segni richiedono una valutazione medica tempestiva e non devono essere ignorati o interpretati superficialmente.

La prevenzione secondaria attraverso lo screening è un altro elemento chiave per fermare l’avanzata della malattia. In Italia, il test del sangue occulto nelle feci è offerto gratuitamente a partire dai 50 anni fino a circa 74, con variazioni regionali. Tuttavia, alla luce dell’aumento dei casi tra i giovani, anche a partire dai 45 anni, molte società scientifiche internazionali e associazioni oncologiche suggeriscono di anticipare l’età per lo screening, come già avviene negli Stati Uniti.

La colonscopia rimane l’esame diagnostico di riferimento, indicato in caso di positività al test del sangue occulto o in presenza di familiarità. Grazie allo screening è possibile intercettare polipi benigni che impiegano anni per trasformarsi in tumore maligno, aumentando così di molto le possibilità di cura e di guarigione.

Tumore al colon: anatomia, sintomi e fattori di rischio

Il carcinoma del colon-retto origina dalla trasformazione maligna delle cellule epiteliali della mucosa intestinale, più frequentemente nel colon e nel retto, che sono le parti finali dell’intestino crasso. Il tumore può assumere forme diverse (vegetante, ulcerato, stenosante) e la sua localizzazione condiziona i sintomi e il decorso clinico.

I sintomi, spesso aspecifici nelle fasi iniziali, possono includere sangue occulto o visibile nelle feci, alterazioni della motilità intestinale, dolori addominali e in fasi avanzate perdita di peso, anemia, nausea e stanchezza. Questi segnali sono frequentemente trascurati nei giovani, aumentando il rischio di diagnosi tardiva.

Tra i principali fattori di rischio si annoverano:

  • Età avanzata, anche se in aumento nei giovani
  • Presenza di polipi adenomatosi precancerosi
  • Storia familiare di tumore al colon o presenza di sindromi genetiche ereditarie (FAP, HNPCC)
  • Fumo e consumo eccessivo di alcol
  • Dieta ricca di grassi animali e povera di fibre
  • Sedentarietà e obesità
  • Malattie infiammatorie croniche intestinali (Crohn, colite ulcerosa)

Le fibre alimentari, la frutta e i vegetali svolgono invece un ruolo protettivo, così come l’attività fisica regolare. La dieta equilibrata riequilibra anche il microbiota intestinale, importante per la salute del colon.

Strategie di prevenzione e prospettive future

La prevenzione primaria resta la base per ridurre l’incidenza dei tumori del colon-retto, soprattutto intervenendo sugli stili di vita: una dieta sana, attività fisica regolare, peso corporeo nella norma, astensione dal fumo e riduzione del consumo di alcolici.

Sul fronte della prevenzione secondaria, l’implementazione e l’adesione ai programmi di screening sono cruciali per la diagnosi precoce e la rimozione dei polipi prima che diventino maligni. In Italia, nonostante la disponibilità di test gratuiti, l’adesione è ancora bassa, specie tra i più giovani. L’anticipazione dello screening a 45 anni è una proposta attuale che potrebbe migliorare significativamente la prognosi in questa fascia d’età.

La ricerca medica continua a sviluppare nuovi strumenti diagnostici, come test del DNA fecale e tecnologie basate sull’intelligenza artificiale, che promettono di aumentare la sensibilità e la precisione nella diagnosi precoce.

Published by
Redazione