L’axolotl, specie a rischio: “E’ un piccolo mostro marino”

Nel cuore del lago di Xochimilco, unico habitat naturale dell’axolotl (Ambystoma mexicanum), si cela un piccolo “mostro marino” che potrebbe rivoluzionare la medicina rigenerativa. Questo anfibio, noto per la sua sorprendente capacità di rigenerare arti, midollo spinale, occhi e perfino parti del cervello, sta attirando l’attenzione di scienziati di tutto il mondo. Nonostante la sua incredibile resilienza, l’axolotl è a serio rischio di estinzione a causa della perdita del suo habitat naturale e dell’inquinamento delle acque.

Axolotl: l’anfibio “forever young” e il suo habitat in pericolo

Nel passato precolombiano, l’area umida del lago di Xochimilco, situata una ventina di chilometri a sud di Città del Messico, era un paradiso verdeggiante. I popoli indigeni Xochimilcas avevano creato le chinampas, isole artificiali per la coltivazione di mais, fagioli, zucche e fiori, circondate da un fitto sistema di canali ricchi di biodiversità. Oggi, però, gran parte di questo ecosistema è stato sostituito da infrastrutture urbane e aree ricreative, e le fonti d’acqua che alimentavano i canali sono state deviate, riducendo drasticamente la superficie e la qualità dell’habitat naturale dell’axolotl.

Luis Zambrano, ecologo dell’Università Nazionale Autonoma del Messico, sottolinea come l’axolotl sia “un animale straordinariamente resiliente, capace di sopravvivere anche in acque inquinate”, ma avverte che “nemmeno questa resistenza è sufficiente senza la tutela del suo ambiente”. Le ultime stime indicano una popolazione di poche centinaia di esemplari allo stato selvatico, con un censimento del 2014 che ne ha contati soltanto 36. Il rischio di estinzione è ormai critico.

Le straordinarie capacità rigenerative e il valore scientifico dell’axolotl

L’axolotl è uno degli animali più studiati al mondo grazie alla sua capacità unica di rigenerare tessuti complessi senza cicatrici. Questo anfibio conserva caratteristiche larvali anche in età adulta – come una pinna dorsale e branchie esterne – e possiede un “orologio epigenetico” che si arresta intorno ai quattro anni, conferendogli un aspetto e una fisiologia da eterno fanciullo. Vive generalmente fino a 15-20 anni e misura tra i 15 e i 25 centimetri, con varianti di colorazione che vanno dal marrone scuro, al leucistico, albino, fino a melanico.

La capacità rigenerativa dell’axolotl interessa particolarmente gli scienziati impegnati nella ricerca biomedica, che sperano di replicare questi meccanismi per sviluppare terapie rigenerative negli esseri umani. Le cellule coinvolte ricordano molto le staminali adulte, e lo studio degli axolotl potrebbe aprire la strada a innovazioni nel trattamento delle lesioni spinali, delle amputazioni e delle malattie neurodegenerative.

Salvaguardia e ricerca: un impegno globale per l’axolotl

Il primo trasferimento di axolotl in Europa avvenne negli anni Sessanta, con esemplari portati all’Orto Botanico di Parigi. Da allora, quasi tutti gli axolotl in cattività derivano da questi esemplari, spesso incrociati con salamandre tigri, dando origine a popolazioni ibride. Questo fenomeno ha portato a un allarme riguardo alla perdita delle linee genetiche pure della specie.

Il censimento attuale condotto da Zambrano e dal suo team include sia pescatori locali che ricercatori, i quali raccolgono anche campioni di DNA ambientale per aumentare la precisione delle stime sulla popolazione. Basilio Rodríguez, pescatore esperto, aiuta a identificare la presenza degli axolotl osservando le increspature e le bolle d’aria sulla superficie dell’acqua, indizi fondamentali per localizzare questi animali notturni e predatori.

Purtroppo, la competizione con specie invasive come carpe e tilapie, che si nutrono di uova e giovani axolotl, rappresenta una minaccia significativa. Inoltre, i giovani axolotl sono cannibali e la loro capacità rigenerativa è essenziale per sopravvivere alle aggressioni reciproche.

Un appello per la conservazione: la campagna “Adotta un Axolotl”

Per coinvolgere la comunità internazionale e sostenere la tutela dell’axolotl, gli scienziati hanno creato la campagna “Adotta un Axolotl”. Attraverso il sito restauracionecologica.org, è possibile adottare simbolicamente un esemplare o contribuire al mantenimento dei rifugi naturali. Poiché questi ecosistemi sono gestiti da oltre 1.500 anni da agricoltori locali, una parte dei fondi viene destinata a sostenere coloro che proteggono l’habitat dall’espansione urbana.

Il ripristino e la tutela dell’habitat sono fondamentali per assicurare la sopravvivenza a lungo termine della specie. Al momento, non è prevista la reintroduzione degli axolotl in natura fino a quando non sarà confermata la presenza di esemplari selvatici e la capacità dei rifugi di sostenerli.


L’axolotl non è soltanto un simbolo di biodiversità in pericolo, ma rappresenta una speranza concreta per la medicina rigenerativa e la lotta contro l’invecchiamento. Nel mondo scientifico e nella conservazione ambientale, la sfida è duplice: salvare questo straordinario animale e, al tempo stesso, imparare da esso a migliorare la qualità della vita umana.

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Redazione