
Meduse: il mare è pulito? - Antropozoonosi.it
L’affermazione secondo cui la presenza di meduse in mare sarebbe indice di un’acqua pulita è un luogo comune diffuso ma spesso frainteso.
Questo mito si è radicato nel pensiero collettivo soprattutto nei mesi estivi, quando le spiagge italiane vengono invase da questi animali gelatinose. Ma qual è la realtà scientifica dietro questa convinzione? Analizziamo i fattori che influenzano la presenza delle meduse e cosa implica realmente per la qualità del mare.
La presenza delle meduse: un indicatore affidabile della qualità del mare?
Le meduse sono organismi marini appartenenti al gruppo degli cnidari e si trovano in quasi tutti i mari del mondo. La loro comparsa in grandi quantità non sempre è un segnale di acque pulite. Al contrario, la proliferazione di questi animali può essere influenzata da molteplici cause, alcune delle quali legate a condizioni ambientali problematiche.

Uno degli aspetti più importanti riguarda il fenomeno dell’eutrofizzazione: l’eccesso di nutrienti come azoto e fosforo, spesso derivante da scarichi agricoli e urbani, può favorire la crescita di fitoplancton e successivamente di meduse che si nutrono di piccoli organismi planctonici. L’aumento delle temperature marine dovuto al cambiamento climatico può inoltre accelerare il ciclo vitale delle meduse, portando a una maggiore presenza di questi animali in alcune stagioni.
Quindi, la presenza di meduse può essere più un campanello d’allarme per squilibri ecologici piuttosto che un segnale di acque limpide e incontaminate.
Numerosi studi scientifici indicano che la crescita delle popolazioni di meduse è favorita da:
- Inquinamento e scarichi nutrienti: L’eccesso di nutrienti aumenta la produzione di fitoplancton, che a sua volta fornisce una fonte abbondante di cibo per le meduse.
- Surriscaldamento delle acque marine: Temperature più elevate accelerano i processi riproduttivi delle meduse e possono estendere il loro periodo di presenza.
- Riduzione dei predatori naturali: La pesca intensiva riduce le specie che si nutrono delle meduse, come alcune specie di pesci e tartarughe marine, permettendo loro di proliferare senza controllo.
- Modifiche ambientali: Cambiamenti nelle correnti marine e nelle condizioni dell’habitat possono favorire la concentrazione di meduse in determinate aree.
Questi fattori combinati creano un ambiente favorevole alla diffusione delle meduse, ma ciò non significa necessariamente che il mare sia pulito. Al contrario, spesso la loro abbondanza è un segnale di stress ambientale.
Gli esperti marini sottolineano che per valutare la qualità delle acque è necessario considerare molteplici indicatori e non basarsi esclusivamente sulla presenza di un singolo organismo come la medusa. Mentre la loro presenza può indicare un ecosistema marino dinamico, non deve essere interpretata come un segno di assenza di inquinamento.
Le meduse non sono organismi filtratori come le ostriche o le cozze, che possono effettivamente contribuire a migliorare la qualità dell’acqua attraverso la loro attività di filtrazione. Pertanto, la loro abbondanza non comporta un effetto purificante delle acque, ma piuttosto può riflettere un aumento della biomassa planctonica che a sua volta può essere legato a fenomeni di inquinamento.
Inoltre, la presenza di grandi quantità di meduse può avere ripercussioni negative sull’attività turistica e sulla biodiversità marina, alterando gli equilibri ecologici e creando disagi per i bagnanti.
L’attenzione verso la gestione delle risorse marine e la riduzione degli impatti antropici rimane quindi fondamentale per mantenere la salute degli ecosistemi costieri e prevenire proliferazioni incontrollate di meduse.
Questo approfondimento mostra come la relazione tra la presenza di meduse e la qualità delle acque marine sia complessa e multilivello, sfatando la convinzione che il loro arrivo sia sinonimo di un mare pulito. La lotta all’inquinamento e la tutela degli habitat marini restano le strategie chiave per preservare gli ambienti costieri italiani.