
Così puoi evitare la condanna - antropozoonosi.it
L’innovazione normativa e giurisprudenziale segna una svolta importante nel diritto penale tributario italiano, orientando il sistema verso un modello più equilibrato.
La recente evoluzione normativa nel campo dei reati tributari ha introdotto un’importante novità che consente al contribuente di evitare la condanna penale attraverso il pagamento del debito fiscale.
La nuova legge, sostenuta da una serie di pronunce della Corte di Cassazione, attribuisce una rilevanza decisiva al comportamento riparatorio del contribuente, spostando l’attenzione dalla mera repressione alla riparazione dell’illecito.
Pagamento e non punibilità: la “particolare tenuità del fatto”
L’istituto della particolare tenuità del fatto, disciplinato dall’articolo 131-bis del Codice Penale, rappresenta una forma di esclusione della punibilità quando il danno o il pericolo causato dal reato sono di modesta entità. In questo contesto, la recente riforma Cartabia (D.Lgs. 150/2022) ha introdotto un elemento innovativo: il giudice deve tener conto della condotta successiva al reato, in particolare del pagamento del debito tributario, anche se rateale.
Non si tratta di un’assoluzione, ma di una declaratoria di non punibilità. Il reato viene accertato, ma la sua gravità è ritenuta talmente lieve da non giustificare una pena. Tale decisione resta annotata nel casellario giudiziale, pur restando invisibile ai controlli privati o lavorativi, preservando così la reputazione del contribuente.
Le novità introdotte dalle riforme Cartabia e fiscale
Il D.Lgs. 87/2024 ha integrato la disciplina dei reati tributari, inserendo nell’articolo 13 del D.Lgs. 74/2000 una serie di “indici di tenuità” specifici per gli illeciti fiscali. Questi criteri guidano il giudice nella valutazione e includono:

- L’entità dello scostamento rispetto alla soglia di punibilità: per esempio, un’evasione di 251.000 euro quando il limite è di 250.000 rappresenta un caso di lieve entità.
- Il pagamento integrale o rateale del debito fiscale, con il rispetto puntuale del piano concordato.
- La consistenza del debito residuo: anche se la somma originaria era elevata, un residuo esiguo può giustificare la non punibilità.
- La situazione economica dell’impresa, qualora in crisi, rappresenta un ulteriore elemento da considerare.
Questi nuovi parametri spostano il baricentro dal solo ammontare originario dell’evasione alla condotta successiva del contribuente, valorizzando la volontà di riparare il danno.
Interpretazioni giurisprudenziali della Cassazione e ambito di applicazione
La Corte di Cassazione ha accolto con favore questa impostazione, come evidenziato dalla sentenza n. 4145/2025, precisando che non è più sufficiente considerare solo la somma evasa per escludere la tenuità del fatto. Il comportamento riparatorio, in particolare il pagamento parziale o rateale, deve essere posto al centro della valutazione.
L’istituto della particolare tenuità si applica in linea generale ai reati con pena minima non superiore a due anni, comprendendo dunque la maggior parte dei reati tributari come la dichiarazione infedele, l’omesso versamento di IVA o ritenute e l’indebita compensazione.
Va tuttavia sottolineato che per alcuni reati specifici, come l’omesso versamento di IVA o ritenute, la legge prevede già cause speciali di non punibilità legate al pagamento integrale prima dell’apertura del dibattimento, che estinguono completamente il reato. In questi casi, si applica la normativa più favorevole rispetto all’istituto della tenuità.