
Pensione di reversibilità, novità per ex coniugi: quando possono chiedere gli arretrati-antropozoonosi.it
Pensione di reversibilità, ci sono delle novità per gli ex coniugi, in merito agli arretrati. Tutti i dettagli, in merito
Dopo il decesso di un marito o di una moglie, il coniuge superstite percepisce dall’INPS una pensione, detta di reversibilità. Tuttavia, si tratta di una prestazione complessa se si tratta di ex coniugi. Ci sono dei contesti, infatti, in cui l’ex coniuge del pensionato deceduto ha diritto a una quota del trattamento pensionistico, proprio come il nuovo coniuge della persona che non è più in vita.
Su questo complicato intreccio di norme, ha fatto la luce la Corte di Cassazione con una sentenza, chiarendo che all’ex coniuge spetta parte della reversibilità, nonché anche arretrati, dal momento in cui il paziente decede.
Arretrati pensione di reversibilità, come funziona per gli ex coniugi
Secondo la legge, sia l’ex coniuge che l’ultimo coniuge della persona deceduta, possono ottenere quota della pensione di reversibilità.

La novità stabilita dalla Corte Suprema è che all’ex coniuge spetta la propria porzione dal mese del decesso dell’ex marito/moglie, e non solo da quando si stabilisce che può ottenere il beneficio. Ergo, se l’INPS ha devoluto la pensione solo all’ultimo coniuge, l’ex dovrà percepire gli arretrati. Naturalmente, tutto questo dopo aver eseguito tutti gli accertamenti del caso.
Nel caso in cui si appuri che l’ex abbia i requisiti per ottenere la reversibilità, l’INPS deve erogare gli arretrati rivalendosi sull’ultimo coniuge che inizialmente ha percepito cifre che non gli spettano.
Ergo, l’ultimo coniuge, se ha percepito tutta la pensione del defunto o anche una quota in più, dovrà restituire la somma in eccesso. L’INPS taglierà le quote future, in modo da erogarle all’ex coniuge, per compensare, compresi di arretrati.
Nel dettaglio, la sentenza della Cassazione da cui è scaturita tale novità riguardava una donna che aveva fatto ricorso per la sua pensione di reversibilità, asserendo di ricevere una quota inferiore rispetto a quanto le spettasse realmente, dall’ex marito.
In pratica, l’ultimo coniuge del pensionato deceduto, stava beneficiando di una somma in più. La Corte d’Appello le aveva dato ragione, ma la donna aveva fatto di nuovo ricorso, perché nonostante ciò continuava a ricevere importi inferiori rispetto a quanto avrebbe dovuto ricevere.
La Cassazione ha accettato il ricorso e stabilito, infine, che non solo la donna aveva diritto a una quota maggiore, ma anche ad arretrati, che partono dal mese in cui è il pensionato è deceduto.