
Cos’è e chi deve pagare il ticket sanitario (www.antropozoonosi.it)
Il pagamento del ticket sanitario arretrato che riguarda le prestazioni erogate oltre un decennio, continua a generare dubbi.
È legittimo che l’Azienda Sanitaria Locale (ASL) o l’Agenzia delle Entrate-Riscossione richiedano il saldo di un ticket relativo a una visita o a un esame effettuato dieci anni fa? A che punto si configura la prescrizione del ticket sanitario? E quali sono le modalità per opporsi a un avviso di pagamento che arriva a distanza di così tanto tempo?
Di seguito, un’analisi dettagliata e aggiornata sulla normativa vigente e sulle prassi applicative.
Il ticket sanitario rappresenta la quota di compartecipazione alla spesa pubblica sanitaria che i cittadini devono versare per accedere a determinate prestazioni erogate dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Introdotto in Italia nel 1982, il ticket ha l’obiettivo di responsabilizzare gli utenti per evitare un uso eccessivo e improprio delle strutture sanitarie pubbliche.
La legge prevede che il ticket sia dovuto per:
– le visite specialistiche ambulatoriali;
– gli esami di diagnostica strumentale e di laboratorio;
– alcune prestazioni di pronto soccorso non seguite da ricovero e prive di carattere d’urgenza;
– le cure termali.
Sono esenti dal pagamento del ticket, invece, i soggetti che possiedono specifici codici di esenzione legati a condizioni di reddito, età, patologie croniche, invalidità, gravidanza, e altre situazioni sociali particolari. Ad esempio, dal maggio 2025, in Emilia-Romagna è stata introdotta un’esenzione per i figli fino a 14 anni appartenenti a famiglie con almeno due figli a carico (esenzione FA2), che copre la quota di compartecipazione per la prima visita specialistica.
Prescrizione del ticket sanitario: dopo quanto tempo decade l’obbligo di pagamento?
L’obbligo di pagare il ticket sanitario per una prestazione ricevuta si prescrive dopo dieci anni, calcolati a partire dalla data in cui la prestazione è stata erogata dal SSN. Ciò significa che, trascorsi dieci anni, l’ASL non può più esigere il pagamento del ticket relativo a quella prestazione, e ogni tentativo di recupero credito si configura come illegittimo.
Ad esempio, per un ticket relativo a una radiografia effettuata il 31 luglio 2015, il termine di prescrizione scade il 1° agosto 2025. Se l’avviso di pagamento arriva dopo questa data, il cittadino non è più obbligato a versare la somma richiesta.
Nella prassi, tuttavia, capita che l’ASL affidi all’Agenzia delle Entrate-Riscossione il recupero dei ticket non pagati anche di anni precedenti, inviando diffide o cartelle esattoriali. In questi casi, il cittadino deve essere consapevole dei propri diritti e delle possibilità di difesa offerte dalla legge.

Il cittadino che riceve un avviso di pagamento relativo a un ticket sanitario risalente a oltre dieci anni fa può opporsi impugnando l’atto dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione davanti alla Commissione Tributaria entro 60 giorni dalla notifica.
Nel ricorso si può far valere:
– la prescrizione decennale del credito;
– l’eventuale diritto all’esenzione che il cittadino riteneva di possedere all’epoca della prestazione;
– vizi formali dell’atto, come la mancata indicazione del termine di pagamento o delle modalità di ricorso.
Prima di procedere con il ricorso formale, è consigliabile tentare una risoluzione in via amministrativa, presentando una istanza di annullamento in autotutela sia all’ente creditore (ASL) che all’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Questo passaggio può evitare un contenzioso e accelerare la cancellazione dell’addebito ingiustificato.
Esenzioni recenti e aggiornamenti normativi
Dal 2 maggio 2025, in Emilia-Romagna, è operativa l’esenzione FA2 destinata ai figli minori di 15 anni appartenenti a nuclei familiari con almeno due figli a carico. Questa misura permette di esentare il pagamento del ticket per la prima visita specialistica, con verifica e aggiornamento del codice di esenzione tramite il Fascicolo Sanitario Elettronico o gli sportelli ASL.
Le esenzioni per reddito, patologia o invalidità vengono comunicate dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e aggiornate annualmente, con rinnovo automatico se persistono le condizioni di diritto. In mancanza di riconoscimento automatico, il cittadino può presentare una autocertificazione per ottenere l’esenzione.
Le categorie di esenzione sono numerose e comprendono anche soggetti affetti da malattie rare, croniche, donne in gravidanza, donatori di sangue, e altri casi specifici tutelati dalla legge.