
Cosa rischi se non rispetti la privacy - antropozoonosi.it
Questi sviluppi normativi sottolineano l’importanza di rispettare la privacy nelle comunicazioni digitali e di valutare bene le conseguenze.
La diffusione non autorizzata di screenshot contenenti conversazioni private può configurare un reato penale e comportare conseguenze legali rilevanti.
La condivisione di conversazioni riservate sui social media o ad altre persone senza il consenso di tutti i partecipanti è un atto sanzionato dalla legge italiana, che tutela la segretezza e la libertà della corrispondenza anche in ambito digitale.
La tutela penale della corrispondenza digitale
Secondo l’articolo 616 del Codice Penale, la corrispondenza – che comprende anche chat, email e telefonate – deve rimanere segreta e inviolabile. Chi sottrae o diffonde conversazioni private senza giusta causa può essere punito con la reclusione fino a un anno e una multa da 30 a 516 euro. Se invece chi partecipa alla conversazione pubblica il contenuto senza motivo legittimo e arreca un danno alla vittima, la pena può salire fino a tre anni di reclusione.
La “giusta causa” è definita esclusivamente come l’esercizio di un diritto, ad esempio in sede giudiziaria, o l’adempimento di un obbligo di legge. La normativa esclude quasi sempre la possibilità di invocare il diritto di cronaca per la diffusione di screenshot di chat private, a meno che il contenuto abbia un reale interesse pubblico e venga condiviso nel rispetto della privacy.
Diffusione fraudolenta e reati connessi
L’articolo 617-septies del Codice Penale inasprisce le pene per chi diffonde registrazioni o immagini ottenute in modo illecito con l’intento di danneggiare la reputazione altrui, prevedendo la reclusione fino a quattro anni. La condivisione di screenshot può quindi diventare un atto penalmente rilevante se finalizzata a ledere la dignità o la reputazione di una persona.

Anche chi riceve uno screenshot non può liberamente diffonderlo. L’articolo 618 stabilisce che la rivelazione del contenuto di corrispondenza altrui senza giustificato motivo è punibile con la reclusione fino a sei mesi o con una sanzione pecuniaria. Questo implica che chi riceve contenuti privati deve rispettare la riservatezza e non può inoltrarli senza autorizzazione.
Social network, diffamazione e reati aggravati
La condivisione di screenshot di conversazioni private sui social network può configurare il reato di diffamazione previsto dall’articolo 595 del Codice Penale, se il contenuto diffuso danneggia la reputazione o la rispettabilità della persona coinvolta. Poiché i social media si considerano mezzi di stampa per la loro capacità di raggiungere un pubblico ampio e indeterminato, la pena può essere aggravata, con reclusione fino a quattro anni e multe a partire da 516 euro.
Oltre alla diffamazione, la diffusione illecita di contenuti privati può integrare reati più gravi come lo stalking, quando la vittima subisce molestie continue che la inducono a modificare le proprie abitudini di vita. Inoltre, la condivisione senza consenso di immagini o video a sfondo sessuale rientra nel reato di revenge porn, punito con pene detentive da uno a sei anni e sanzioni pecuniarie fino a 15.000 euro.